PANCHEN LAMA
(Pan-chen Bla-ma in tibetano), chiamato anche Panchen Erdeni, fu la seconda carica più importante lamaistica del Tibet fino al 1950.
Descrizione
Il nome Panchen Lama deriva dal termine sanscrito pandita, che significa erudito, e dal tibetano chenpo, ovvero grande. In italiano può essere tradotto con il termine Grande Erudito. Il Panchen Lama è un monaco tibetano, un lama di grande prestigio e influenza nel Buddhismo tibetano. È membro della scuola Gelug, e per tradizione è abate del monastero di Tashilhunpo. Oggi è considerato la reincarnazione di Amitabha, il Buddha della Conoscenza, e insieme al Dalai Lama è considerato un Tulku di grande lignaggio che sceglie volontariamente di reincarnarsi per insegnare il Dharma, la via insegnata dal Buddha Śākyamuni. I tibetani si rivolgono a lui come Mahapandita.
Il primo ad essere stato investito di tale rango fu lama Lobsang Chökyi Gyalsten, precettore del Quinto Dalai Lama, Lozang Gyatso. Poiché Gyalsten era considerato la reincarnazione di alcuni lama molto importati, attribuì in maniera retroattiva il proprio titolo alle proprie precedenti incarnazioni, venendo quindi considerato il quarto Panchen Lama.
Lo scopo del Panchen Lama era di contribuire allo sviluppo del pensiero buddhista e al suo insegnamento. In Tibet era considerato un essere di alto rango subordinato alla sola autorità del Dalai Lama, e al contrario di lui non esercitava mai alcun potere civile. Dal giorno dell’ istituzione del suo rango, il Grande Erudito si unì all’ Oceano di Saggezza in un profondo legame di stima e collaborazione, tanto che in Tibet si diceva che i due fossero uniti come il sole e la luna. Questo forte legame si fondava su due principi: il primo verteva sull’ impegno di entrambi di ricercare la reincarnazione dell’ altro, il secondo principio invece si basava sul reciproco sostegno e l’insegnamento dei rituali più profondi. È risaputo che in passato le due personalità ebbero tra loro seri conflitti, il più forte dei quali fu quello tra il XIII Dalai Lama, Thubten Gyatso, e il IX Panchen Lama, Thubten Chökyi Nyima, ma si conclusero quasi sempre con una riconciliazione altrettanto forte, cosa che non mise mai in dubbio la fedeltà dell’ uno verso l’ altro.
Dopo l’occupazione cinese del Tibet, avvenuta tra il 1949 e il 1959, e la fuga del Quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, il decimo Panchen Lama, Lobsang Trinley Lhündrub Chökyi Gyaltsen, ha potuto continuare a vivere nel Paese d’ origine esercitando le proprie funzioni fino alla sua morte avvenuta nel 1989.
Attualmente, la questione del Panchen Lama è una delle maggiori cause di astio tra il regime cinese e il popolo tibetano. È infatti in corso una controversia su chi sia la reincarnazione di Lobsang Gyaltsen, dal momento che il governo tibetano in esilio a Dharamsala, nello Stato indiano dell’Himachal Pradesh, ha scelto Gedhun Choekyi quale XI Panchen Lama, mentre i funzionari della Repubblica Popolare Cinese hanno scelto Qoigyijabu, i cui i genitori sono peraltro funzionari influenti del governo. Choekyi è stato arrestato dai cinesi nel 1995 appena pochi mesi dopo il riconoscimento, a soli sei anni di età, e oggi considerato il più giovane prigioniero politico del Panchen Lama (Pan-chen Bla-ma in tibetano), chiamato anche Panchen Erdeni, fu la seconda carica piùimportante lamaistica del Tibet fino al 1950.
Attualmente, la questione del Panchen Lama è una delle maggiori cause di astio tra il regime cinesee il popolo tibetano. È infatti in corso una controversia su chi sia la reincarnazione di LobsangGyaltsen, dal momento che il governo tibetano in esilio a Dharamsala, nello Stato indiano dell’Himachal Pradesh, ha scelto Gedhun Choekyi quale XI Panchen Lama, mentre i funzionari dellaRepubblica Popolare Cinese hanno scelto Qoigyijabu, i cui i genitori sono peraltro funzionariinfluenti del governo. Choekyi è stato arrestato dai cinesi nel 1995 appena pochi mesi dopo ilriconoscimento, a soli sei anni di età, e oggi considerato il più giovane prigioniero politico del mondo, e non si hanno notizie certe su di lui e la famiglia dal momento dell’ arresto. In questi anni vi sarebbero quindi due Panchen Lama contemporaneamente: uno scelto dal lama tibetani in tono con una tradizione antichissima, e uno imposto da Pechino e cresciuto «nell’ amore per il partito comunista e per la madrepatria socialista». Di fronte alle richieste di chiarimenti inoltrate da organizzazioni umanitarie e gruppi di sostegno alla causa tibetana, movimenti sindacali, partiti politici e parlamentari di numerose nazioni, le autorità cinesi hanno solo ammesso che Choekyi e i suoi genitori «sono stati affidati al partito comunista per essere protetti dai tentativi di rapimento messi in atto dai seguaci del Dalai Lama e della sua cricca».