S.S. XIV DALAI LAMA
Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, possiede varie identità principali. E’ un monaco buddhista nell’ordine religioso fondato da Buddha Shakyamuni intorno al 525 a.C. e rivitalizzato in Tibet da Lama Tzong Khapa nel 1400: è quindi un portavoce dell’antica tradizione educativa buddhista. Per i suoi seguaci egli è una reincarnazione del Buddha Avalokiteshvara, l’arcangelo buddhista Mahayana della compassione, e in special modo il salvatore dei Tibetani. E’ anche un maestro vajra dei mandala esoterici del tantra dello yoga supremo, specialmente del “Kalachakra” (“La ruota del tempo”), una concezione che aspira ad una evoluzione positiva di tutta la vita intelligente, nel sacro ambiente di questo pianeta.
In senso più terreno, invece, egli è il re del Tibet, costretto con la forze e con l’autoritarismo all’esilio dal 1959.
Il Dalai Lama nasce il 6 luglio 1935, da famiglia contadina, in un piccolo villaggio nel nord-est del Tibet. Nel 1940, a soli due anni, viene riconosciuto ufficialmente quale reincarnazione del suo predecessore, il XIII Dalai Lama. Da quel momento è investito dell’autorità di capo spirituale e temporale. Dalai Lama è un titolo attribuito dai sovrani mongoli ed è una parola che significa “Oceano di Saggezza”. I Dalai Lama sono le manifestazioni del bodhisattva della Compassione. I bodhisattva sono esseri illuminati che hanno rimandato il loro nirvana per scegliere di rinascere in modo da poter servire l’umanità.
I suoi studi accademici iniziarono a sei anni e si conclusero a venticinque, con i tradizionali esami-dibattito che gli valsero il titolo di “ghesce lharampa” (traducibile come “Dottorato di filosofia buddhista”).
Nel 1950, a soli quindici anni, assunse i pieni poteri politici del suo paese -capo di stato e di governo, mentre il Tibet stava faticosamente trattando con la Cina per impedire l’invasione del proprio territorio. Nel 1959 falliscono tutti i tentativi di far rispettare alla Cina (che nel frattempo si era arbitrariamente annessa una parte del Tibet) gli impegni di un trattato che prevedeva l’autonomia e il rispetto religioso dei tibetani. Nel 1954 si e’ recato a Pechino per intraprendere colloqui di pace con Mao-Tse-tung e con altri leaders cinesi, incluso Deng Xlaoping. Ma alla fine, nel 1959, con la brutale repressione dell’Insurrezione Nazionale Tibetana a Lhasa, da parte dell’esercito cinese, il Dalai Lama fu costretto all’esilio.
In seguito alla minacciosa occupazione dei cinesi, infatti, costretto a lasciare Lhasa clandestinamente e a chiedere asilo politico all’India. Da allora l’esodo continuo dei tibetani dal proprio paese ha rappresentato un’emergenza internazionale spesso ignorata.
Dal 1960, quindi, la guida spirituale del popolo tibetano è costretto a vivere a Dharamsala, un piccolo villaggio sul lato indiano delle montagne himalayane, sede del governo tibetano in esilio. In tutti questi anni si è dedicato a difendere i diritti del suo popolo contro la dittatura cinese, in modo nonviolento ma deciso e chiedendo aiuto a tutti gli organismi democratici internazionali. Nello stesso tempo il Dalai Lama non ha mai smesso di dare insegnamenti e iniziazioni in varie parti del mondo e di fare appello alla responsabilità individuale e collettiva per un mondo migliore.
Nel 1989 è stato insignito del Premio Nobel per la Pace.
Uomo di dottrina, uomo di pace e portavoce di una più estesa comprensione tra i popoli e religioni, ha ricevuto anche numerose lauree honoris causa e riconoscimenti internazionali.
Nel Gennaio del 1992 Sua Santità ha dichiarato in un comunicato che quando il Tibet otterrà di nuovo la sua indipendenza egli abbandonerà la sua autorità politica e storica per vivere come un privato cittadino.
Nel 1987 ha proposto un “Patto di Pace in Cinque Punti”, come primo passo per una soluzione pacifica al peggioramento della situazione in Tibet. La proposta parte dall’auspicio che il Tibet divenga una zona di pace nel cuore dell’Asia dove tutti gli esseri viventi possano esistere in armonia e dove l’ambiente possa prosperare. Sino ad oggi, la Cina non ha risposto positivamente a nessuna di queste proproste.
Per le sue doti di intelligenza disarmante, comprensione e profondo pacifismo, il Dalai Lama è uno dei più rispettati leader spirituali viventi. Nel corso dei suoi viaggi, ovunque si trovi, egli supera ogni barriera religiosa, nazionale e politica, toccando il cuore degli uomini con l’autenticità dei suoi sentimenti di pace e di amore, di cui si fa instancabile messaggero.